lunedì 26 dicembre 2016

sinez

[DA QUA IN POI SOGGETTO A REVISIONE]


Il Piano degli Specchi

Come può un’anima candida sopravvivere in un luogo del genere? È troppo piccola per avvertire il pericolo, l’unica cosa che lei riesce a notare sono gli specchi disseminati un poco ovunque ... A casa ne avevano uno solo ed era decisamente piccolo, poco adatto per adempiere il semplice fine che assegnato alla creazione.

Lei non sa che gli specchi sono dotati di una magia personale che permette di vedere una realtà che esiste parallelamente a quella che si conosce, lei non sa nemmeno c’è la magia, o meglio, avrà sentito qualche storia ma è tutto terribilmente confuso dentro quella testolina mora. Lei non sa che dopo l’ingresso è stato creato Sosia Speculare, lei non può immaginare che conosce la sua posizione, non può sapere che la sta cercando ... e non potrebbe mai temere per la propria vita perché non sa che l’altra Sinez, quella alternativa, vuole ucciderla.


L’unico vantaggio è che la creatura che la segue è che porta con se quelle poche cianfrusaglie che l’originale tiene nella sacca che porta a tracolla, l’unica cosa che le differenzia è l’anima, la bontà dell’originale viene sostituita dalla cattiveria infinita della copia.


Davanti allo specchio però la vita sembrava più facile, la realtà alternativa che distrae la ragazzina è dorata: una casa migliore, l’aria pulita, visi sorridenti, niente lavoro, grana a volontà, tante storie divertenti e l’abbraccio di sua nonna che non sembra tanto anziana ed è in salute (almeno li). Non è solo distratta ... quelle immagini riescono ad avvolgere la sua mente che viene spinta lontano, sono sogni inutili perché non potranno essere in alcun modo soddisfatti ... non da lei ovviamente che può fare cosi poco non è riuscita nemmeno a trovare aiuto ed il peso del senso di colpa opprime più del dovuto : chissà cosa sarà capitato a casa in sua assienza?


Ma c’è lo specchio è molto meglio osservare quello che le propone piuttosto che allontanarsi ed affrontare la realtà


Quando le dita s’avvicinano alla sottile superficie che la divide dall’illusione Sinez coglie sulla superficie un riflesso per un’attimo gioisce perché sperava di vedere un suo ritorno a casa, ma quell’immagine sembra distaccata dal resto e si avvicina a lei ... quando le altre fanno finta d’ignorarla.

*La tua vita non ha senso piccola, io sono l’unica che vivrà, lo sappiamo entrambe che non hai scampo*

Ci mette un po a reagire perché lei era convinta quello che aveva davanti non poteva essere vero, era identica a lei, capelli, occhi, pelle, abiti ... no, gli occhi non erano uguali perché nell’altra c’era una luce che a lei mancava quella della malvagità, perché solo un sadico può allungare un braccio per cercare di artigliare se stesso e la creatura lo faceva ogni volta che riusciva ad avvicinarsi costringendo Sinez a lunghe ed estenuanti fughe che la portavano davanti ad altri specchi, altri monti, nei quali avrebbe potuto rifugiarsi se solo fosse un poco più grande (e forse più sveglia) ma l’instinto prevale sopra ogni altra cosa e questo la porta a correre, a cadere, a nascondersi per poi tremare, perdersi nei pensieri non è un bene quando inizi a covare rabbia, sensazioni negative che corrodono gradualmente ... gli ultimi passi sono poco poco più certi, le lacrime sul viso sono miste alla polvere ed il chiarore della pelle macchiato dal proprio sangue che sporca gli abiti lacerati, graffi, ferite profonde e morsi.

Sinez si era difesa non aveva fatto altro, questo aveva creato una profonda spaccatura nel suo animo, la bontà stava gradualmente scivolando via lasciando al suo posto pensieri molto più contorti



Ma doveva sopravvivere, non poteva e non voleva finire cosi


L’ultima caduta potrebbe risultare fatale se non fosse per la "sorte" (buona o cattiva?) che ci mette lo zampino e le fa incontrare il pugnale dall’impugnatura argentata, non è cosi facile prendere una decisione simile, sono gravosi quegli attimi e non sa nemmeno che fare ... se non cedere all’istinto che la porta a sferrare un numero imprecisato di colpi che centrano le carni dell’altra, il sangue esce copioso dalle ferite ... non è facile nemmeno debilitarla perché nonostante tutto continua ad avanzare.
La rabbia s’accumula alla paura, la sete di vendetta rende il tutto maledettamente caotico ... vedere se stessa ridotta in quel modo destabilizza tanto la giovane da spingerla ad abbracciare volontariamente la Follia e poi con un taglio netto che le recide il collo.


S’accascia a terra e non è più lei, le mani tremano solo un’attimo e poi afferra la testa per i capelli, ne studia le fattezze e gli dona le ultime carezze sfiorando con la mano insanguinata il viso, sono pochi attimi perché il sosia s’infrange poco dopo e sparisce ... quello sarà l’ultimo contatto volontario, un contatto malato, basta ed avanza per creare un’ossessione ... da oggi in poi non sarà più sola perché "Sanctum" l’ accompagnerà ogni singolo passo.

[immagine]https://i.imgsafe.org/799733adfb.jpg[/immagine]CAPITOLO III:
Il ritorno a casa, la fine dell’infanzia[didascalia]


Cose usabili:

venerdì 2 settembre 2016

Nuova maga



Capitolo Primo "Il Passato"

La minaccia - IL RE DEI WORG

Dai rapporti trascritti nella Bianca Torre

" L'incontro è stato funestato dall'ululato di un branco di worg, ben note bestie magiche, le quali evidentemente erano sulle tracce della coppia o sulle mie. Abbiamo sconfitto quattro di queste creature, nonostante il druido avesse invano tentato di dissuaderle dall'attaccarci , mentre non mi è sfuggito che due restanti del branco s'erano mantenuti defilati"
 

" Un lampo di luce ha rivelato una sagoma da incubo, vestita da un sudario nero, con occhi che si indovinavano sotto il mantello essere freddi, rossi e cupi.
L'essere ha intonato una poesia con la voce di mille tombe che si scoperchiano, che riporto fedelmente. "

Erra nel
labirinto oscuro della
mente,
con passo incerto
ma leggero,
siede sul suo
trono d'ossa,
alla sua destra l' Amore,
fido consigliere,
abile ingannatore,
alla sua sinistra
la Notte,
dolce e fragile
portavoce
del suo regno di tenebre.
La sua mano
candida
ondeggia nell' aria,
ad accompagnare
il suo canto,
straziato ma melodioso,
orribile ed ammaliante,
dolore e gioa di
ogni uomo,
che abbia a scegliere
tra sofferenza e oblio




L'ARRIVO DEL CAVALIERE - Sir Ventrue

A NEVERWINTER

Dai rapporti trascritti nella Bianca Torre


"Nelle contrade limitrofe alla Torre si aggira un devoto cavaliere che proviene dal Cormyr.
Sir Ventrue è il suo nome, e pare abbia servito Aryana fin dagli inizi della sua carriera quale crociata, prima nella Sembia, ad Ordulin, poi attrraversando le Terre Centrali arrivando nel Cormyr, dove entrambi hanno giurato fedeltà alla bandiera degli Obarskyr"

"E' sinceramente interessato a restare in questa regione e entrare a prestar servizio presso i Manti Bianchi, in quanto noi saremmo il lascito spirituale e morale e pragmatico di lady Aryana.
Non posso che rimarcare il dispiacere per non aver conosciuto una così grande fiducia che riesce ad influenzare anche dopo anni in cui ha lasciato la sua terra, il Cormyr, coinvolgendo tanto coloro che ne cullano il ricordo."


Dal diario di Alistina Hawlight 

 I Giorno

A volte basta una parola per riportare alla mente cose che credevi fossero sepolte, devo arrendermi davanti all'evidenza non credo sia  possibile creare un vero e proprio distacco quando viene toccato il lato irrazionale, dovrebbe essere più semplice estrapolare un viso, ignorare una voce, superare un ricordo.
T'illudi di poterlo fare ma poi ti accorgi che più provi e più ti duole, basta per davvero poco per intaccare quella sottile patina protettiva creata attorno al cuore
Bastano poche parole o l'arrivo di un uomo che non conosci ma che pronuncia il suo nome.
  Quando sono tornata alla Torre Asher mi comunica di aver incontrato un'uomo, Sir Ventrue, dice di arrivare da lontano, dice d'essere venuto per aiutarci ... dice di conoscere Aryana, D·E·O assolutamente conoscerlo.

II Giorno
Un pomeriggio dedicato agli studi che ruotano attorno ai Worg nella  Dimora della Conoscenza di Neverwinter con me c'era Asher. Non credo nella fortuna, non credo nemmeno nel fato ... però non posso ignorare che un "segno" mi è comparso davanti.

Il Cavaliere del Drago Purpureo sono riuscita a conoscerlo.
Di lui so che nasce ad Espar, da un famiglia umile. Figlio unico.
Decide di entrare nella milizia seguendo un poco le impressioni del padre che prima era un guardiaboschi della Foresta del Re, luogo non troppo lontano da Suzail. Quest'ultima è la città dov'è cresciuto e dove ha affinato le sue capacità al fianco dei famosi Cavalieri del Drago Purpureo.
Dopo essersi arruolato ha infatti li ha sostenuti per  diversi mesi
Ha preso parte a diverse battaglie e scontri, tra cui alcune nella zona di Tilvertoon.
Sempre in quegli anni ha conosciuto Aryana Summerstar.

Vuole entrare nei Manti Bianchi, sarà messo alla prova come ogni altra recluta.

III Giorno
Percorro in solitario il sentiero in terra battuta che collega la Torre Ovest con la città di Neverwinter, nel senso opposto muove i suoi passi un' altro individuo, Sir Zival.
La neve cade ormai da ore, tutto è coperto da quel candido strato che rende quasi ovattato il panorama. Un pomeriggio all'apparenza tranquillo, una pausa meritata, pochi attimi estromessi dalla solita quotidianità.

Un' incontro che ci dà modo di parlare fondamentale per  approfondire la conoscenza quanto basta per iniziare a provare "fiducia" l'uno dell'altro. Tocchiamo un gran numero di argomenti dall'allontanamento di Aryana, all'Inquisizione, ai problemi del Bosco.

Il cuore perde un battito quando lui mi definisce "Degno lascito della Leonessa"


Capitolo3

Il nemico si avvicina, Orme nella Notte 


Dai rapporti trascritti nella Bianca Torre


Missiva inviata ai soldati

Da oggi verranno intensificate le ronde nel perimetro della Torre dei Manti Bianchi.
Dopo aver trovato il luogo del delitto, siamo riusciti a seguire le molte traccie

so che questa non sarà una buona notizia
... ma tutte loro conducevano alla nostra amata sede.

Domani stesso inizierò a preparare dei gruppi di ricerca/caccia
il pericolo dev'essere contenuto e la minaccia debellata.


Alistina Hawklight
Vice Comandante

Il territorio che abbraccia la nostra sede viene diviso in tre sezioni che saranno a loro volta gestiti da tre gruppi di soldati. Hanno l'ordine di posizionarsi ad un metro di distanza l'uno dall'altro in modo da poter "pettinare" il territorio a loro assegnato, zolla per zolla, non possiamo trascurare nemmeno il più piccolo dettaglio.






Dal diario di Alistina Hawlight

IV Giorno
Ci allontaniamo dalla Torre Ovest per iniziare il controllo del nostro quadrante, porto con me un collaboratore esterno e due reclute : Kildar (esterno), Cassandra (recluta), Sir Ventrue (Recluta.) Grazie agli occhi indagatori riesco ad individuare subito la minaccia che viene prontamente comunicata ai miei soldati. Un uomo armato di ascia contempla il cadavere di una giovane donna sdraiato ai suoi piedi, dalla lama gocciola il sangue della vittima, attorno a lui ci sono sette Worg. Il crimine era ormai consumato, la fanciulla non poteva essere salvata in nessun modo, intimo al carnefice di fermarsi, in risposta lui ordina al branco di attaccare. Sir Ventrue dimostra il suo valore sul campo. 




Capitolo 4

L'attacco alla Torre Bianca


Dai rapporti trascritti nella Bianca Torre 

Quel periodo cupo non sembra aver fine, il sangue di uomini e donne innocenti di diverse età viene versato troppe volte a terra. Nascono sospetti che doveno essere obbligatoriamente dissipati, Eldon ipotizza la possibilità che dietro gli attacchi ci fosse lo stesso Sir Ventrue. I tre provano a cercare il cavaliere con scarsi risultati nelle camerate maschili,  spinti da quell'atmosfera quasi irreale che propone loro un luogo spoglio,  le stanze vuote perchè i soldati sono impegnati con i rinforzi a fermare l'attacco che avviene all'esterno della Torre.

Finalmente riescono infine a raggiungerlo ma ...

Per Sir Ventrue è troppo tardi, lui giace per terra ucciso dal fratello gemello e quell'assurda storia ai confini con la più assurda follia viene a galla. Il Cavaliere non era figlio unico, lui  aveva un gemello, un uomo innamorato della figlia della Leonessa  separato da lei  per proteggere la fanciulla dai suoi sentimenti contorti, un uomo  che ha coltivato l'odio generato da quest'attaccamento malato, forse deviato ed è probabile che  l'allontanamento delle donne non fosse causale.
Il suo fine adesso è chiaro, vuole distruggere la Torre, vuole annientare i Manti Bianchi e non esita ad uccidere il proprio fratello gemello, non esita ad uccidere Aberid, non esita nemmeno adattaccarci mettendoci varie volte in seria difficoltà. Le guerra non è mai un bene, la guerra è un tramite che và superato per ottenere quegli attimi di pace, la vita è una continua e cruenta conquista.

La Torre è salva, a quale prezzo però? Sono cadute due anime, due preziosi collaboratori, due anime uniche che difficilmente potranno essere sostituite. Kildar di Nobanion e Sir Ventrue Cavaliere del drago Purpureo

 

V Giorno

Qualcuno ha pensato fosse necessario portare qui il mio corpo, ferito decisamente indebolito, nella sala adibita ad infermeria,  tant'è che i primi ricordi sono offuscati, sembrano lontani, mi sforzo di sorridere ai confratelli che s'avvicinano al mio letto, ho bisogno di cure, devo rimettermi in piedi il prima possibile ed è quasi fastidioso essere li perché quella parte di me ligia al dovere vorrebbe essere in piedi, vorrebbe essere altrove ... a quantizzare i danni, definire una strategia, le protezioni vanno alzate, vanno mantenute ... faccio domande, le domande sono puntualmente evase, quelle mancate risposte fanno più male delle ferite del corpo

 

VI Giorno

Vincere, perdere, ridere, piangere, abbracciare, emozionarsi o chiudere gli occhi in solitudine… La vita è un ciclo senza fine, che fluisce, scorre e che ci sfugge dalle mani, per quando desideriamo trattenerla. Come la gioventù, come quell’amore che ci avevano venduto come eterno e che, in realtà, ha sempre avuto una data di scadenza.
La vita si regge su questo equilibrio tra il dare e il togliere, e a volte ci mette di fronte a distanze che non possiamo colmare, perdite con cui dovremo imparare a convivere in un processo di crescita personale, il più solitario di tutti.
Il dolore della perdita è, in realtà, un valore dato da tutto l’amore che riversiamo in ciò che ci circonda. Nessuno piange la mancanza di qualcosa che non ama, nessuno sente un vuoto quando perde qualcosa che non ha mai sentito dentro di sé. In questo equilibrio vitale, dunque, è necessario riconoscere prima di tutto ciò che per noi ha valore.
C’è un futuro che non potrà mai esistere e un passato che vogliamo veder tornare, e ci sentiamo ancorati ad una realtà che non passerà mai.

Nulla è effettivamente perso nell’universo. Tutto è energia e l’energia non è mai persa.

Oggi decido che farò in modo di recuperare quelle due anime anche a costo d'andare io stessa a riprendermele.
Per un debito di lealtà che provo nei confronti d'entrambi, due vite intrecciate alla mia tanto da farmi sentire incompleta in loro assenza. Vincoli dettati dall'affetto nel caso di Kildar, e dal rispetto, nel caso del Cavaliere Purpureo. Entrambi hanno creduto in me quanto basta da prestarsi alla mia causa, entrambi mi hanno appoggiata, entrambi sono caduti per difendere ciò che Amo, sono sicura che Aryana avrebbe fatto lo stesso, meritano entrambi una seconda opportunità ed io farò in modo di dargliela.

 

 

 

 

lunedì 21 marzo 2016

nozze gdr

Lui non era l'individuo adatto ... o meglio, lo era si, ma non era sicuro di esserlo in quel frangente perché lui era abituato ad organizzare festini e banchetti, lui era al servizio di uno stratega militare eccelso, lui avrebbe preferito continuare la stessa via che l'avrebbe avvicinato allo stesso fine prettamente bellico.
Lui a sua volta non ha scelto un'aiutante "normale" ... fra le tante giovani Livornesi allegre e piene di buone speranze non ha avuto di meglio da fare che scegliere a lei, negata fra le negate, pessimista fra le pessimiste, inutile fra le inutili ... scelta innocente per carità, lui non poteva nemmeno lontanamente immaginare che quella delicata "ricottina" fosse in realtà cosi dura e cosi acida.
Ed è iniziata quell'avventura che li ha visti entrambi protagonisti già che c'erano gl' inviti da consegnare, il palazzo da decorare, c'erano i fiori, le musiche ed i canti, i tappeti e gli arazzi, i gioielli ed i parenti che facevano la fila ormai per chiedere informazioni addizionali che non sapevano (o forse non volevano dare?) lui troppo predisposto a trattare tutto come se fosse un segreto militare da conservare gelosamente, lei troppo chiusa, distaccata, aliena a quell'entorno che forse odiava ma tollerava già che di meglio purtroppo non poteva ambire.